ciampagna

Angela Ciampagna: la profumeria artistica d’eccellenza che racconta la storia di un ducato medievale italiano

Atri, 1200 d.C.
Siamo in un piccolo ducato medievale in Abruzzo, a pochi passi dal mare, in
un periodo cupo dove religione e riti pagani si fondono in una cornice di contrasti: da una parte lo sfarzo del Palazzo Ducale, la nobilità vestita bene, le travi in legno pregiato… dall’altra, la terra umida dei boschi, la coltre di nebbia, i fuochi dei rituali mistici della notte precedente.
L’odore del fieno delle campagne, e a pochi km la brezza marina; l’austera sacralità del Duomo che prova ad imporsi sugli intrugli magici delle streghe…
All’interno di questo contesto, i profumi delle collezioni Hatria, Cineres e De Vita rifiutano il ruolo di semplici fragranze da annusare, si ergono a cantastorie, e ci raccontano con la loro astratta nitidezza, dei brevi fermo-immagine della vita quotidiana degli abitanti del borgo…


Il brand Angela Ciampagna: nicchia, arte ed artigianalità

Il brand Angela Ciampagna nasce nel 2011, nel piccolo borgo di Atri, dalla collaborazione fra Angela Ciampagna, naso, ed Enrico Maraffino, direttore tecnico di laboratorio.

Definire questa casa profumiera una “semplice” casa di nicchia sarebbe riduttivo: profumeria artistica è una definizione già più accurata per i lavori di questo duo, ma è con “profumeria artistica artigianale” che davvero si inquadra la filosofia del brand.

Qual è la differenza?

Beh, la profumeria di nicchia è data tutto ciò che profuma e si rivolge ad una platea di persone relativamente limitata – quantomeno se paragonata alle uscite più “pop” tipiche dei grandi designer. Solitamente, i profumi di nicchia sono più costosi, di maggior qualità e maggior unicità rispetto ai profumi “commerciali” (anche se poi non è così proprio il 100% delle volte…).

La profumeria artistica, nella mia visione delle cose, è un sottoinsieme della profumeria di nicchia, in cui oltre alla componente di vanità (stiamo d’altronde parlando di cosmetici), si aggiunge quella di creatività, che dà origine all’arte.
In questo caso, la creatività è data dal desiderio di raccontare una storia – la storia di cui parlavo appunto nell’introduzione al presente articolo – solo attraverso suggestioni olfattive ed emozioni astratte.
L’affidare insomma un compito tipico della comunicazione verbale, ad una forma di comunicazione tutt’altro che verbale.

Tutta la linea è un vero e proprio viaggio, in cui ciascuna fragranza rappresenta un fermo immagine della vita di un comune cittadino di Atri nel 1200.
Trovo molto affascinante pensare a queste fragranze come ad una serie TV… In un episodio, il nostro cittadino va in Chiesa (ROSARIUM), luogo centrale della vita medievale. Nell’episodio successivo scende la sera e cala la nebbia (AER)… in questa cornice cupa, nebbiosa e mistica, inizia il rituale pagano dei fuochi fauni (IGNES), e così via…

Tutti questi fermo-immagine vengono descritti solo tramite suggestioni olfattive in una maniera sorprendentemente nitida, e non vedo l’ora di farvi scoprire come nei prossimi paragrafi dedicati alle recensioni dei singoli profumi.

Trovo che la capacità di una fragranza di raccontare qualcosa sia esattamente ciò che la rende artistica, perchè richiede una visione, un ragionamento, un’emozione, e non è la “banale” ricerca di un qualsiasi buon odore che piaccia alle persone.
In questo senso, i profumi Angela Ciampagna sono in prima linea.

Sviscerato l’aspetto artistico, cosa dire dell’artigianalità?

Beh, ho avuto il piacere di fare un giro all’interno del laboratorio di Angela Ciampagna accompagnato dal Direttore Enrico Maraffino, e vedere la cura con cui vengono trattate materie prime pregiate e costosissime, spesso con tecniche di lavorazione tanto antiche quanto raffinate (ma cadute in disuso sotto i colpi delle comodità dei processi industriali), fa capire in un batter d’occhio cosa vuol dire essere anche artigiani in questo mestiere.

Insomma, Angela Ciampagna è una vera e propria eccellenza della profumeria, conosciuta in tutto il mondo ed anzi, paradossalmente più famosa all’estero che in Italia, vincitrice di diversi premi fra cui quello per la miglior collezione di nicchia ai FiFi awards del 2018.

Le collezioni

Andiamo finalmente a sentire ed analizzare i profumi delle varie collezioni del brand Angela Ciampagna.

Hatria

La collezione Hatria è la primogenita del brand, nonchè la più numerosa. Trova al suo interno 7 profumi.

Hatria

Il primo profumo della collezione è quello che le dà anche il nome, ossia il suo omonimo: Hatria, per l’appunto.
Hatria altro non è che l’antico nome latino di Atri, la città da cui tutto ha origine.

atri
Si tratta di una fragranza a base di rosa, indiscussa protagonista, pulita, leggermente saponosa, accompagnata dallo zafferano, dal caramello, e un tocco di morbido oud. Un profumo ufficialmente unisex ma dalla vocazione femminile, che tuttavia si lascia indossare anche da un gentleman delicato ed elegante.

Riprendendo il discorso della “serie TV” Angela Ciampagna, questo episodio, il primo, l’episodio pilota, ci presenta la nostra protagonista e la città dove si svolge l’azione: una contadina, ad Atri, che si fa bella prima di andare a messa.
In questa scena, la rosa rappresenta la parte più elegante e pura di chi sta andando nel luogo più sacro e benpensante della città, e va a coprire la carnalità del legno, del muschio, del patchouli e del caramello che, pur rimanendo sempre in secondo piano, escono fuori soprattutto nel drydown. Come a voler dire: “questa è la mia vera natura, mai cancellata del tutto“.

Rosarium

Appena entrata in Chiesa, la nostra bella contadina viene stupita dalla visione di una bellissima composizione floreale sul tabernacolo. E con la stessa delicatezza, la nota di iris di Rosarium accoglie il naso del suo indossatore, amplificando quest’emozione di sacralità con un incenso liturgico imponente ma mai sguaiato.

La delicatezza delle note floreali rievoca, oltre che la composizione floreale sul tabernacolo, anche il silenzio di un Duomo in cui una piccola folla sta lentamente iniziando a raccogliersi.
La grandezza delle navate e l’importanza di un luogo così carico di secoli di storia vengono poi rese dall’incenso, sì potente, ma mai esagerato… un po’ come una parola a bassa voce che rimbomba in tutti gli angoli di una cattedrale altrimenti immersa in un silenzio tombale.

All’atto pratico un profumo maturo, composto, austero, indossabile solo da chi non disdegna avere un riconoscibile odore di chiesa, ma non troppo “estremo” nell’utilizzo dell’incenso al contrario di molti altri profumi di questa categoria.cattedrale di atri

Il nome, Rosarium, si rifà non alla rosa come qualcuno potrebbe erroneamente immaginare dal nome (non vi è nemmeno questa nota all’interno del profumo), ma al rosone del Duomo di Atri.

Ducalis

Dopo il Duomo, ci spostiamo nell’altro fondamentale edificio del potere: il palazzo ducale.
Ancora una volta, un profumo fatto di contrasti: da un lato la fresca brezza marina che si respira dalle finestre del palazzo guardando l’Adriatico, dall’altro il legno ammuffito di un edificio con centinaia di anni sulle spalle.palazzo ducale atri

Un oud sporcato ed un sentore acquatico ricco di sale sono i principali ingredienti di Ducalis, il bestseller della linea, uno dei profumi Angela Ciampagna più facili da indossare… anche se “facili da indossare” è un’espressione che di certo non si può utilizzare a cuor leggero per questo brand.

Un profumo pensato per le giornate estive, per chi vuole emanare freschezza senza cadere nella banalità dei freschi sportivi che tanto vanno di moda oggi, rinunciando a qualsiasi virgulto di personalità e carattere in nome di un appeal quanto più largo possibile.

Un profumo di una freschezza torbida.
Ha in se’ il blu del mare, ma è il blu salato e mortale del Mar Morto.
Il legno pregiato di un castello sfarzoso, i suoi tessuti pregiati, i balsami riportati dai ricchi mercanti… ma è pur sempre lo stesso castello dove avvengono le barbarie tipiche del potere medievale.
Un fresco estivo per cuori forti. Buonissimo.

Kanat

Dal palazzo ducale si scende negli antichi e segreti sotterranei. Kanat è una fragranza chiusa, cupa, difficile da decifrare. Un profumo claustrofobico.
Una fragranza che rimane sulla pelle, introspettiva, timida.
Poco loquace, eppure ricca di pensieri e parole… ma solo per chi ha la pazienza di starla ad ascoltare, in silenzio e a lungo.
Sale, ribes nero, e zafferano.
Tutte note presenti, eppure tutte difficili da distinguere singolarmente. A meno che non si stia con molta pazienza, da soli, ad aspettare che il profumo ci si riveli.
Un bel viaggio per i sotterranei di Atri, affascinanti quanto misteriosi. sotterranei

Aer

Quando finalmente usciamo dai claustrofobici sotterranei, la prima boccata d’ossigeno è indimenticabile. Ed Aer rappresenta proprio questa boccata d’ossigeno.
Un profumo con una texture leggera, fredda, nebbiosa.
Proprio come l’aria.
I sotterranei ci hanno evidentemente portato fuori dalle mura del borgo: ne usciamo che siamo in pieno bosco, con una coltre di nebbia che si espande fra i rami e le radici umide.

foresta mistica

E’ incredibile come sia stata resa bene la sensazione di nebbia attraverso la “consistenza” di questo profumo, e quindi non solo attraverso l’odore vero e proprio, fumoso ma non bruciato.
Completano il realismo del quadretto le note di erbe e vetiver.

Nox

E’ ormai calata la notte. La nostra protagonista, persa in questo scenario mistico fatto di tenebre, nebbia e fitti alberi, si ritrova nel bel mezzo delle danze per il solstizio.
Il sacro, la chiesa, l’incenso e i fiori sono ormai solo un lontanissimo ricordo: ora ci sono solo ombre e riti pagani.

Nox è un meraviglioso profumo a base di hinoki.
L’hinoki è una tipologia di Cipresso che cresce in Giappone, con cui condivide il tipico odore verde appuntito. Le note di sale, artemisia e legno contribuiscono a dare quel senso di buio cupo e fitto, nonchè di misticismo che pervade queste lande.

Il risultato finale è un profumo molto virile, notturno, pregno di carattere, e temibile. Temibile come un bosco di notte in cui la popolazione contadina si riunisce, e mette in pratica rituali e danze fra fuochi, scintille ed ombre.
Senza dubbio uno dei miei preferiti.

Liquo

Nel pieno della trance mistica pagana a cui abbiamo appena assistito in Nox, spuntano fuori le streghe ed i loro intrugli magici.

Liquirizia nera come la pece, fieno ed anice sono gli ingredienti principali della pozione che la popolazione beve per ballare tutta la notte, fra visioni ed ombre.

Un profumo da molti considerato come il più “difficile” della collezione, eppure al contempo così familiare, dato che si presenta con questa forte nota di liquirizia (indiscussa protagonista) che subito ci riporta alla mente ricordi piacevoli ed amichevoli, dovuti magari a qualche dolce che mangiavamo da piccoli.

Una fragranza che, aldilà della fonte d’ispirazione, si presenta come quasi gourmand, pur sempre sporcata dalla componente erbaceo-terrosa di fieno e vetiver… esattamente come potremmo aspettarci da una fragranza Angela Ciampagna!

Cineres

La collezione Cineres è composta da due soli profumi, che sono due dei più apprezzati dell’intero brand: Fauni ed Ignes. Entrambi traggono ispirazione dal rituale dei… Fauni Ignes, per l’appunto. O fuochi fauni, in italiano. O Faugni per gli amici.

Si tratta di un antichissimo rituale pagano in cui la popolazione, al solstizio d’inverno, accende e porta in processione fasci di canne legati da lacci vegetali. I fuochi in questione erano accesi in onore di Fauno, divinità pagana protettrice di pastori, greggi e dell’agricoltura.

Questo rituale è stato poi adottato dal Cristianesimo, dando origine ad un connubio di sacro e profano in cui le antiche credenze si mescolano alla visione della Chiesa.fuochi fauni

Fauni

Fauni è un meraviglioso esempio di fragranza che cambia completamente nel corso del suo ciclo di vita su pelle.
In Fauni vi è un interessantissimo dualismo rappresentato dalla sacralità floreale dell’apertura, seguita da un drydown profano di note ambrate e resine avvolgenti come nei più avvenenti profumi orientali.
Un tripudio di benzoino, olibano tolu che vanno a prendere il posto della gardenia (ottenuta fra l’altro attraverso alcune delle antiche tecniche di macerazione cui facevo riferimento nel paragrafo sull’artigianalità), ylang ylang ed altri fiori protagonisti della prima fase del profumo. 

Un dualismo voluto insomma per rappresentare, ancora una volta, il contrasto fra sacro e profano tipico di questa festa.
Ancora una volta, due lati opposti ma complementari vengono uniti nel profumo così come lo sono nella fonte d’ispirazione.

Ignes

Chi conosce un po’ il latino potrà già immaginare che Ignes rappresenta l’accensione delle erbe viste in Fauni. Insomma, finalmente il fuoco!

Ignes, a rimarcare il gioco di opposti e complementari tanto caro ad Angela Ciampagna, parte in maniera molto profana, con un forte sentore di bruciato (ottenuto attraverso un particolare aroma alimentare) e di terra (ottenuto attraverso l’utilizzo della costosissima, e pregiatissima, assoluta di tabacco di Virginia).

Dopodichè, nel drydown, ci ricorda che agli eccessi tipici della componente pagana della festa (alcol, scintille e giochi pirotecnici), si contrappone la componente religiosa. Una preghiera, la manifestazione della parte più vulnerabile dell’animo umano del 1200, che si prepara alla lunga notte dell’inverno e supplica un raccolto sufficiente.

Uno dei capolavori più apprezzati di questo brand.

De Vita

Nel nostro lungo viaggio abbiamo visto moltissimo di quella che era la vita ad Atri nel 1200, e mi sembra già di conoscere così bene la nostra contadina. Pare che sia passato così tanto tempo da quando ella si dirigeva in chiesa, per poi finire in un vortice fatto di luoghi del potere, sfarzo, atrocità, sotterranei, boschi, riti, credenze…

Ebbene, alla fine di questo percorso, dopo aver imparato così tanto sulle persone, sulle loro tradizioni ed i loro luoghi di vita, arriviamo ad una sorta di illuminazione.
La collezione De Vita, l’ultima arrivata, non è più una collezione che parla di storie terrene. E’ una riflessione sulla vita, sulla filosofia, sulla religione.

“Vita, morte e miracoli” sono i tre aspetti imprescindibili quando si parla della vita di un santo. Ebbene, le tre fragranze Laetitia, Materia e Miracula rappresentano proprio questi tre aspetti.

Laetitia

Un’acqua profumata che rappresenta la vita.
O meglio ancora, l’inizio della vita, al punto da essere adatta anche alla pelle dei bambini, dato che si tratta di una formulazione senza alcool.
Un profumo leggerissimo, acquatico e fruttato (con una nota di anguria chiaramente distinguibile), che sta avendo molto successo in paesi estremamente caldi e afosi (come Vietnam e Brasile).

Molto bello e suggestivo il color bianco opalino.

Materia

Materia rappresenta la morte, il corpo umano che torna alla terra, e diventa semplice materia che di continuo si trasforma all’interno del cerchio della vita.

Un profumo di chiara ispirazione orientale, corposo, avvolgente, caldo, liquoroso, con un sentore di terra sempre presente

Miracula

Il cavallo di battaglia dell’intero brand, il profumo di cui Angela Ciampagna ed Enrico Maraffino parlano con maggiore orgoglio. Quello con le materie prime più pregiate, con costi di produzione da far venire i brividi, quello che probabilmente ha dato alla linea quel qualcosa in più per vincere i FiFi Awards.
Il profumo con la maggior ricerca per trovare il bilanciamento perfetto fra tutti gli ingredienti (talvolta così apparentemente diversi fra loro!), quello forse più originale e coraggioso.

Miracula è un omaggio all’armonia della vita attraverso la totale armonia, o simbiosi potremmo dire, dei suoi ingredienti.
Miracula è equilibrio.
La caratteristica principale di questo profumo è il bilanciamento. Un bilanciamento a tratti miracoloso, di tutti gli ingredienti: olio essenziale di limone di Sicilia, assoluta di tuberosa, concreta di vaniglia, ciclamino, ambra, legni, note verdi, note animaliche… c’è di tutto, eppure nulla, ma proprio nulla, svetta sul resto. Al contempo, tutto, ma proprio tutto, contribuisce alla nascita di un profumo che infonde pace e serenità attraverso l’armonia dei suoi elementi.
Un bilanciamento perfetto, etereo, paradisiaco, fuori dagli affari terreni.
Un profumo di cui sarebbe criminale parlare in termini di fragranza da uomo \ donna, giorno \ sera, estate \ inverno, giovane \ maturo, come si fa per qualsiasi cosmetico.
Miracula va oltre questo, ed è bellissimo che il punto di arrivo di questo splendido percorso fatto di credenze popolari, opere dell’uomo, strutture della società, piaceri terreni e paesaggi naturali sia una fragranza così fuori da tutto questo.
Come se Angela Ciampagna avesse voluto farci vedere e conoscere questa storia e le persone che la compongono, solo per permetterci di liberarcene.

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